Il lago dei cigni sul ghiaccio - Teatro Carlo Felice web Tv

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IL LAGO DEI CIGNI
LIVE, FREE EVENT
Venerdì 1 Febbraio, ore 20.00

February 1, 2013, 7:15 p.m.(in gmt)

Balletto in due atti e quattro quadr di Vladimir Begichev e Vasily Geltser.
Balletto sul ghiaccio di San Pietroburgo.
Musica di Pëtr Il’ič Čajkovskij.


Coreografia  Konstantin Rassadin (Artista Emerito di Russia)
Direttore Musicale  Arkady Shteynlucht
Scene e Costumi  Mikhail Shavdatuashvili
Direttore Generale  Mikhail Kaminov
Regia e Luci  Oleg Stepanov
Corpo di ballo  Balletto sul ghiaccio di San Pietroburgo

Principe Siegfried  Oleg Yagubkov/Roman Zarucky
Odette/Odile  Elena Zimina/Marina Maslova
Rothbart  Oleg Ryabov/Roman Ievlev
Precettore  Nikita Avramenko
Giullare  Sergey Golodnev/Yuri Pototskiy
Regina Madre  Inga Ragozina
Maestro Cerimoniere  Nikita Avramenko
Pas de Trois  Pavel Vedernikov/Oleg Yagubkov/Marina Maslova/Ekaterina Filatova/Daria Kapustinskaya
Due cigni  Alexandra Igolkina/Natalia Vyazemtseva
Quattro cignetti  Ekaterina Filatova/Yana Udaltsova/Margarita Tertychaya/Daria Kapustinskaya
Danza spagnola  Marina Lekhmus/Anna Kuriatkova/Alexander Zavatskov/Kim Oleg
Danza napoletana  Beresneva Karina
Danza ungherese  Yana Udaltsova/Kapustinskaya Daria/Pavel Vedernikov/Roman Zarucky
Danza russa  Natalia Vyazemtseva
Mazurka  Elena Zimina/Oleg Yagubkov/EkaterinaFilatova/Pavel Vedernikov

Orchestra del Teatro Carlo Felice

Durata dello spettacolo
1ª parte: 50 minuti circa
Intervallo: 20 minuti circa
2ª parte: 50 minuti circa

Durata complessiva: 2 ore circa.
I tempi non tengono conto degli applausi.


Una sorprendente novità: il palcoscenico del Teatro Carlo Felice sarà trasformato in un vero e proprio lago ghiacciato per ospitare il Balletto sul ghiaccio di San Pietroburgo che porta in scena Il Lago dei Cigni.
Il balletto in due atti e quattro quadri di Vladimir Begichev e Vasily Geltser è ispirato a un’antica fiaba dello scrittore settecentesco Johann Karl August Musaus e si avvale delle celebri musiche di Pëtr Il’ìč Čajkovskij.
La Compagnia che si incarica di farci sognare il grande inverno del Nord fu fondata nel 1967 da Konstantin Boyarski e, dal 1980, è posta sotto la guida dell’attuale direttore artistico e primo coreografo Konstantin Rassadin, Artista Emerito di Russia ed ex solista del Teatro Kirov/Marinsky, dove il capolavoro di Čajkovskij ha visto i primi veri successi nel 1895 e dove tuttora trionfa.
Si tratta quindi, anche se si danza su una superficie insolitamente specchiante, di un “Lago dei cigni” allestito nel solco delle autentiche tradizioni della magnifica scuola pietroburghese, casa madre del balletto classico russo.
La partitura di Pëtr Il’ìč Čajkovskij è affidata ad un artista di rilievo, Arkady Shteynlucht, che dirigerà l’Orchestra del Teatro Carlo Felice.
Il cast, stellare, si avvale dell’esperienza di personalità al top delle gare planetarie che, nel corso della felice esistenza della compagnia, ha potuto vantare anche campioni olimpici quali Ljudmila Belousova, ,Oleg Protopopov, Aleksei Ulanov e la medaglia d’oro ai Campionati del Mondo di Pattinaggio, Ljudmila Smirnova.
«Per completare il ritratto di un gruppo tanto particolare, non si tratta - precisa il Maestro Rassadin - di uno “show on ice” che inanella  evoluzioni su evoluzioni di ex campioni internazionali del pattinaggio, ma di una speciale redazione del “Lago dei cigni”, fedele all’eredità accademica e assolutamente completa nella drammaturgia coreo-musicale.»
Il che vale, nel caso del Balletto Statale sul Ghiaccio di San Pietroburgo, per tutti i grandi balletti di repertorio ripensati per i pattini e per un pavimento realizzato con una speciale tecnologia di produzione della pista gelata, assolutamente collaudata per inserirsi nelle strutture dei palcoscenici teatrali, dove da sempre il balletto nasce e vive.

L’affermazione del Lago dei cigni non fu facile. Čajkovskij iniziò a lavorarci quasi per gioco nel 1871 durante una vacanza, per divertire i suoi nipoti e i loro piccoli amici. La  prima versione coreografica (Mosca, Teatro Bolscioi, 4 marzo 1877), firmata da Julius Reisinger, maldestra e improvvisata, fu un insuccesso clamoroso. Furono Marius Petipa e Lev Ivanov, molti anni dopo, a trovare la chiave coreografica giusta sia per valorizzare al meglio la musica di Čajkovskij, al solito formalmente curatissima, che per drammatizzare senza sbavature l’antica fiaba tedesca a cui si ispira la trama. La nuova versione trionfò al Teatro Mariinskij di S. Pietroburgo il 15 gennaio 1895, due anni dopo la morte del compositore. Le ragioni di questa fortuna, da quel momento mai venuta meno, sono fondamentalmente due: l’ispirazione melodica di  Čajkovskij, costante per tutto il lavoro (non c’è brano della partitura che non venga voglia di canticchiare immediatamente dopo averlo sentito), e l’immagine delle donne trasformate in cigno, per il sortilegio del mago Rothbart, così come è raffigurata nei due cosiddetti “atti bianchi” (il secondo e il quarto). La magrezza dei corpi, il tutù di mussola bianca, l’elevazione sulle punte, le braccia agitate come fragili ali filiformi: la donna-cigno non è solo diventata l’icona più rappresentativa del balletto classico, ma, nella sua evanescenza ed impalpabilità eterea, è il simbolo stesso della donna idealizzata e sublime (un mito di chiara matrice romantica).

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